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Piazza dell bocca della verità, corrispondente al Foro Boario (ovvero l’antico mercato del bestiame), è delimitata  da due templi, uno circolar, l’altro rettangolare, isolati dalle demolizioni  novecentesche degli anni 20. L’edificio rettangolare è il cosiddetto Tempio della fortuna, databile al II-I secolo a.C.(trasformato nel IX secolo nella chiesa di Santa Maria Egiziaca); quello circolare è comunemente noto come Tempio di Vesta (per la somiglianza con quello all’interno del Foro), molto probabilmente da identificare con il Tempio di Ercole Vincitore, datato alla fine del II secolo a.C. In marmo, dotato di 200 colonne corinzie, venne anche questo trasformato in chiesa nel XI secolo, dedicata a Santo Stefano delle carrozze (ma anche santa Maria del sole per via di una icona da cui sarebbe scaturito un raggio di sole).

La chiesa di Santa Maria in Cosmedin, sorse nel VI secolo sull’ara  massima di Ercole (identificata con il blocco di tufo da cui è  stata ricavata la cripta). In realtà le orgini sarebbero più antiche poiché sembra che la diaconia di santa Maria in schola greca – così chiamata perché l’area venne abitata dai greci  che fuggivano dalle persecuzioni in Oriente – sorse su unna cappella del II secolo, poi ampliata e chiamata in Cosmedin, per via delle numerose e splendide decorazioni che la ricoprivano. La chiesa di Santa  Maria in Comsedin, non solo è il più completo esempio di chiesa medievale  a Roma, ma anche una delle costruzioni architettonicamente più caratteristiche.

Nella facciata- così come è avvenuto per la vicina chiesa di San Giorgio al Velabro – tutto ciò che costituiva un’aggiunta settecentesca, venne eliminato durane i restauri condotti nel corso dell’Ottocento, al fine di ripristinare l’austera semplicità delle forme. Preceduta da un protiro di età adrianea, la facciata è caratterizzata da sette finestre e altrettante arcate, e dominata da un campanile romanico a 7 piani, con bifore e trifore del XII secolo. Il protiro da l’accesso al portico ad arcate su pilastri – l’unico di questa forma di epoca medievale  a Roma – dove, tra sculture dell’XI e XII secolo (es. il Monumento funebre di Alfano, il camerlengo di Callisto II  a cui si deve la ricostruzione della chiesa), è conservata la celeberrima bocca della verità: “un insignificante marmo” a detta di alcuni, un grande disco di pietra dal volto umano o di divinità, che secondo la tradizione amputa la mano di chi mente. Con tutta probabilità, la bocca della verità altro non era che un chiusino, che spesso nell’antica Roma riportava l’effige di una divinità fluviale che “inghiottiva” l’acqua piovana. In marmo pavonazzato, il mascherone ora murato nella parete sinistra del portico di Santa Maria in Cosmedin, in origine si trovava all’esterno e venne spostato nel 1631.

Anche all’interno la chiesa di Santa Maria in Cosmedin è espressione di una essenziale sobrietà architettonica: suddivisa in 3 navate da pilastri e 18 colonne con capitelli in parte antichi e in parte medievali, dal pavimento dell’aula centrale si stacca la schola cantorum, evidenziandone dunque la funzione di fulcro della chiesa, decorato con un meraviglioso pavimento cosmatesco, il ciborio in stile gotico-fiorentino, sempre opera dei cosmati. Dietro il baldacchino si trova la cattedra episcopale, addossata alla parete concava dell’abside e sollevata da tre gradini. Nella navatella destra si apre un andito che porta alla Cappella della Madonna o del coro, che conserva l’immagine della theotokos,  l’icona titolare della chiesa, databile al XII secolo, che fino ai restauri ottocenteschi era collocata nell’edicola dell’abside. La parete dell’abside, il semicatino e il catino sono ricoperti di pitture che riecheggiano lo stile del XII secolo (quasi a imitazione delle pitture di San Clemente). Sulle pareti si dispongono l’Annunciazione, la Natività, l’Epifania e nel semicatino la Presentazione la tempio.

Sebbene la Chiesa di Santa Maria in Cosmedin non sorga sulla tomba di alcun martire, presenta comunque una cripta. La cripta di Adriano è così chiamata perché realizzata sotto papa Adriano nel III secolo: è formata da uno stanzone a colonne (3 per lato) che determinano 3 navate e conclusa da un’abside con altare scavato a pozzetto. Ai lati sono visibili 8 nicchie per lato, divise da mensole che servivano per contenere le reliquie dei martiri cristiani.